Matteo Bianchi su AA (2023)

Agostinelli traccia un percorso ideale della contemporaneità indietro nel tempo, rinnovando il presente con le fondamenta musicali del passato – “in questo medioevo / umido e un poco scuro / la linea della bocca / è una maniglia d’oro” – ma senza reliquie di conservatorismo né sacrificando la spontaneità dell’atto creativo.

Matteo Bianchi (Il Sole 24 Ore, 31 maggio 2023)
Matteo Bianchi, critico letterario e giornalista.

Flora Di Legami su AA (2022)

La scrittura poetica di Alessandro Agostinelli è ironica e profonda, desolata e lieve, visionaria e sorvegliata. In tempi di accentuata insignificanza delle parole, non può non coinvolgere la cura espressiva di un linguaggio connotato da inquieta tensione ed energia fantastica.

Flora Di Legami (Quaderns d’Italià, 2022)
Flora di Legami è docente di Letteratura italiana all’Università di Palermo.

Alberto Casadei 2 su AA (2022)

[…] al fondo della poesia di Agostinelli sta un’interrogazione non sulla necessità del viaggio verso la vita, bensì sui segni che ne derivano e sull’esito che essi possano comportare per noi. Di sicuro, una volta assodato che il “grande chiaroscuro della vita” è l’unico tema degno, da affrontare con disponibilità e astuzia, con stupore e abilità stilistica, l’importante è non cadere nel circolo delle mezze storie, di quell’accontentarsi del poco che sembra davvero l’unico madornale errore da evitare.

Alberto Casadei (L’immaginazione, marzo-aprile 2022)
Alberto Casadei è italianista e scrittore, studioso di Dante e di poesia contemporanea. Autore di saggi, romanzi e manuali scolastici, ha pubblicato per  i maggiori editori italiani.

Fabio Michieli 2 su AA (2021)

La strenua fedeltà alla sua poetica, ossia l’ossessiva ricerca della e sulla parola che vada oltre la tradizione, alla quale comunque si guarda e si guarderà sempre […], si traduce in una forma di confessione che ci risparmia i troppi piagnistei che intasano e confondono da troppi anni la poesia italiana: «ogni scrittore è in viaggio/viaggia tra sé e per il mondo/e prova a venire a capo della storia./un’ambizione come quella dei condottieri/ma senza sottomettere nessuno.//noi che viaggiamo/ siamo autentici soltanto/quando percorriamo fino in fondo/il nostro essere civili con gli altri, e allora potrai volare un giorno/e per sempre./ ma nessuno sa del volo/e della responsabilità,/dell’infuturazione dello scribacchino» ci dice Agostinelli nella prima parte della poesia i canti […]. Ecco, «infuturazione dello scribacchino»: e l’attenzione cade sull’ambiguità espressa da “scribacchino” che se da un lato manifesta l’umiltà di chi ci parla ora, dall’altro ammonisce su un’intera schiera che si crede casta e che pretende di infuturarsi, verbo in cui risuona il monito dantesco pronunciato dall’avo Cacciaguida in quel passo (Par. XVIII, 98) in cui compare l’unica occorrenza del verbo parasintetico.

Fabio Michieli (poetarum silva, novembre 2021)
Fabio Michieli, italianista e poeta. Fondatore della rivista letteraria “poetarum silva”.

Paolo Ruffilli su AA (2021)

È una poesia in cui accade il miracolo di una coniugazione tra parti apparentemente inconciliabili, […] la cosa avviene, per così dire, dentro il macinino della mente insaziabile e attraverso graduali e successive sterzate dell’intelligenza dell’autore, che non escludono affatto il riscontro emozionale e più propriamente umano, insomma con il cuore e non solo con la testa. Anzi, per contrasto e in forza inversamente proporzionale, questa è una poesia che fa sprigionare dalle sue superfici geometriche un’ansia di partecipazione e di complicità rispetto al mondo e alle sorti degli uomini. Certo i canoni secondo cui la realtà si fa mito sono quelli di oggi, della nostra contemporaneità, e si legano prevalentemente alla contraddizione drammatica della vita nella coscienza frantumata delle nostre individualità (anche in presenza di sfumature ironiche, che in ogni caso trapuntano l’intero libro) […]
Del resto, la ricerca verbale della poesia di Agostinelli mira allo scavalcamento costante e progressivo dei risultati che via via raggiunge, ad impedire che i moduli espressivi si chiudano. Nello sforzo, intanto, che il mito raggiunga la sua verità oggettuale, e cioè quella facoltà di conoscere con visione diretta il reale, anche fatto a pezzi, perché ogni frammento è in sé un assoluto, contrapposto a ciò che è apparente e accidentale. E questa poesia come bilancio della vita realizza una radiografia profonda della condizione esistenziale, insieme come scavo nel se stesso frantumato e disperso e come rappresentazione oggettiva di una realtà in avanzato stato di decomposizione.

Paolo Ruffilli (Italian Poetry, 20 settembre 2021)
Paolo Ruffilli è poeta, scoperto da Montale. Fondatore del portale della poesia e dei poeti italiani.

Salvatore Ritrovato su AA (2021)

[…] la sua scrittura poetica si contamina con un universo pluridiscorsivo, amplificato oggi dalla galassia virtuale, anche se all’esposizione mediatica preferisce sempre il viaggio. È, questa, la quarta dimensione della sua scrittura (insieme alle altre tre: poesia, narrativa e saggistica), forse la più avvincente e seducente, dal momento che ci permette di osservare la sua opera in una prospettiva spazio-temporale inedita e, per quanto riguarda il panorama della poesia contemporanea, direi rara. Forse sono molti i poeti che viaggiano, ma pochi quelli che fanno del viaggio un “mestiere di vivere”. Tuttavia, chi si limitasse a un rapido riscontro tematico del viaggio nella poesia di Agostinelli resterebbe deluso: è più di un tema, è una dimensione.

Salvatore Ritrovato (Sulla poesia di Alessandro Agostinelli, 2021)
Salvatore Ritrovato è docente di Letteratura italiana all’Università di Urbino.

Pasolini (racconti)

PASOLINI 2022-1922, L’ours de granit 2021

Un libro francese dedicato a Pier Paolo Pasolini, con autori francesi e italiani che raccontano un incontro, una suggestione, un ricordo del grande intellettuale italiano, negli anni Settanta del ‘900 famoso in tutta Europa.

Insieme ad Alessandro Agostinelli, testi di Jean Duflot, Paolo e Vittorio Taviani, Joel Verner, Vanessa De Pizziol e altri.

Fabio Michieli su AA (2020)

[…] Il tutto tenendo fede a uno stile personale, riconoscibile, e direi pure toscano, capace di ridere della tradizione senza irriderla. Il messaggio è chiaro ed è rivolto ai più giovani poeti, quelli che con orgoglio rivendicano una purezza e riconoscono le proprie radici in autori più lontani a loro e con sprezzo saltano i padri a loro più prossimi insieme a quelli della secolare tradizione. Una mancanza di radici che è ben evidente in buona parte dell’attuale offerta (più che proposta) in poesia. E non si tratta di una polemica gratuita, perché c’è una coscienza del dover continuare a lavorare sulla lingua in Agostinelli che segna il passo e pone una pietra miliare – mi si passi l’immagine – tra l’ora e il prima; quest’ora che conosce derive pop portatrici di un vuoto poetico assoluto, e che vorrebbero imporsi sul prima, appiattendo tutto su soluzioni semplificate prima ancora che semplicistiche, predigerite (come ho in altre occasioni affermato). Perciò ancora una volta Agostinelli riparte dalla lingua, questa volta affrontando alcuni cardini: Angiolieri, Cavalcanti, Petrarca, Ariosto, Alfieri, Foscolo, Leopardi e Gozzano. Otto nomi della tradizione in cui la forzatura della lingua è riconosciuta. Per ognuno Agostinelli propone un cambio di registro che è una sfida verso il lettore più che verso l’auctor(itas).

Fabio Michieli (poetarum silva, 14 ottobre 2020)
Fabio Michieli, italianista e poeta. Fondatore della rivista letteraria “poetarum silva”.