La vita secca (romanzo)

LA VITA SECCA, Besa 2002

Il primo romanzo di Alessandro Agostinelli prende spunto da un suo viaggio in California e da una residenza di qualche mese a San Francisco (mentre l’autore, durante il dottorato, stava svolgendo una ricerca all’Università di Berkeley). L’ambientazione è tutta californiana e mette in scena due vecchi amici italiani, un sommelier che vive in Toscana e un giornalista che vive a San Francisco, alle prese con due grandi bottiglie di vino di grande pregio.

La storia è un’avventura vera e proprio sulle strade della California, alle prese con assaggi di vini, incidenti e risse, serate alcoliche ed erotiche. Una lunga cavalcata di due anime differenti, ma unite da un’amicizia profonda: coscienza e incoscienza a confronto. Fino a una consegna delle due bottiglie a un vecchio italoamericano che si scoprirà essere ciò che i protagonisti non avrebbero mai voluto fosse.

Accolto con favore da alcuni critici (buona la recensione sulla rivista “ventiquattro” del Sole 24 Ore), il romanzo non ha avuto la diffusione libraria necessaria. Comunque è stato premiato finalista del Premio Firenze nell’anno 2003.

Agosto e Temporali (poesia)

AGOSTO E TEMPORALI, Edizioni Ets 2000

Dopo l’esordio con Campanotto, Alessandro Agostinelli convince l’editore pisano a scommettere sulla poesia. La sua seconda raccolta poetica dà il via alla collana Poesia di Ets. Seguono i libri di Roberto Veracini, Paolo Pagnoncelli, Roberto Carifi, Tomaso Kemeny e altri italiani. Mentre comincia una ricerca di autori statunitensi e iberici da tradurre in italiano per la prima volta. E la collana presenta nomi fondamentali di almeno tre letterature nazionali, con George Oppen, Sam Hamill, Luis Garcia Montero, Angel Guinda, José Tolentino Mendonca e altri. Si tratta di autori di grande importanza nei loro rispettivi Paesi e presentati dalla collana Ets al pubblico italiano.

Il libro di partenza di questa collana è appunto questa antologia di Agostinelli, misurata e creativamente densa, e con anche un buon successo di vendite. Libro che pone l’autore tra le voci emergenti della lirica italiana. Cominciano infatti dopo questo volume gli inviti a tante rassegne e festival nazionali e internazionali. Il critico-editore Alessandro Canzian, qualche anno dopo, scrive così della poetica di Agostinelli: “Una poetica decisa, matura, fondata su una solida preparazione intellettuale e su una necessaria consapevolezza umana del mondo e della vita. Un’espressione tutta tesa alla recitabilità come cifra comunicativa, di condivisione tra autore e lettore” (Fara Poesia, rivista online, 21 maggio 2008).

Da questo momento in poi l’autore dedica gli anni successivi alla lettura della poesia dal vivo, sempre accompagnato da musicisti jazz come Eugenio Sanna, Nino Pellegrini, Stefano Cocco Cantini, Giovanni Maier, Renzo Ruggieri, Nelson Veras, Manu Roche, Palle Danielsonn, Frank Guntri, Piero Borri, Andrea Pellegrini, Mauro Avanzini.

Numeri e Parole (poesia)

NUMERI E PAROLE, Campanotto Editore 1997

Questo è il libro di esordio nella poesia per Alessandro Agostinelli. Pubblicato col cosiddetto editore degli esordienti dell’epoca, Campanotto seppe scegliere tra le tante poesie numerate quelle che potevano segnalare la prima impronta poetico-filosofica dell’autore. Come anche Roberto Carifi seppe scovare tra le pieghe dei versi. Questo un pezzo del suo commento alla poesia di Agostinelli: “[…] Agostinelli è un poeta raffinato e profondo, capace di un disegno linguistico esatto e nitido, privo di ridondanze, dove le parole sono immediatamente pensieri che si fermano sul senso plurale e complesso del reale” (rivista Poesia, N°122 – novembre 1998, Crocetti Editore).

Le liriche erano introdotte da una nota insolente che tentava di decretare la volontà di una giovinezza non solo ludica e superficiale, ma anche profonda e testimone di impegno esistenziale. Si andava da poesie tradizionali col verso libero novecentesco, a testi ironici con onomatopee e parolibere, fino alla poesia metasemantica. Un esordio che sembrava promettere altri libri di lì a poco. E infatti nel 2000 uscì la seconda raccolta Agosto e Temporali con Edizioni ETS, primo libro di una nuova collana poetica con distribuzione nazionale e senza pagamento da parte degli autori (cosa alquanto rara tra i piccoli e medi editori di poesia in Italia).

Daniele Luti 2 su AA (nov2023)

Ci dice Agostinelli, foscolianamente, che compito del poeta è quello di “difendere i vivi e i morti”, di conservare la memoria per chi dovrà costruire il domani. Compito del poeta è, in definitiva, quello di salvaguardare originalità, bellezza, ardimento, autenticità della letteratura dal dilettantismo, dalla banalità, dalla bruttezza orribile dei versi deboli, truccati e artificiosi.
È interessante, anzi notevole, che un poeta contemporaneo, legato alla sperimentazione, alla ricerca di un nuovo canto, eroico e fastoso, asciutto e frugale, si sia servito del prosimetro, un genere in disuso, per dare vita assieme al verso e alla teorizzazione, al manifesto di una poetica nuova e antica come da sempre implica quella che abbiamo chiamato classicità.

Daniele Luti (Laboratori Critici, Anno III, Vol. 4 – Novembre 2023)
Daniele Luti è italianista, perfezionato alla Scuola Normale Superiore. Ha lavorato a lungo sulla letteratura ottocentesca e novecentesca. Importanti suoi lavori su Viesseux, Pomba, Cassola. Fondatore del Premio letterario “Cassola – Ultima Frontiera”.

Cristina Bulgheri su AA (2023)

[Agostinelli è] convinto che la poesia debba sdoganarsi dall’avere un ruolo di conforto, ma debba andare piuttosto nella direzione della filosofia, con la spinta a creare dubbi.

Cristina Bulgheri (Il Tirreno, 16 novembre 2023)
Cristina Bulgheri è giornalista e docente di italiano.

Alberto Fraccacreta su AA (2023)

La poesia di Alessandro Agostinelli si muove su un terreno di puntuta autoconsapevolezza, di marcata ironia, servendosi della tradizione per rinvigorirla e agganciarla alla nostra epoca di post-postmodernismo.

Alberto Fraccacreta (La poesia e lo spirito, novembre 2023)
Alberto Fraccacreta, assegnista di ricerca in italianistica all’università di Urbino. Collabora ad alcuni quotidiani nazionali.

Francesco Tomada su AA (2023)

Pochi libri mi hanno colpito ultimamente come Le vive stagioni di Alessandro Agostinelli (L’Arcolaio), una raccolta che non è solo poesia, anzi: è un libro di poesia sulla poesia, un percorso nel vero senso della parola, in cui l’autore toscano alterna alle liriche le proprie riflessioni, spiegazioni, anche divagazioni. Ammetto che, se me lo avessero presentato in questo modo, difficilmente un lavoro del genere avrebbe suscitato la mia curiosità, perché trovo che la scrittura in generale soffra di un eccesso di spiegazione, e che spesso l’eccesso derivi soprattutto dalla scarsa sicurezza nel valore delle parole, come se esse non fossero capaci di stare in piedi da sole. Nel caso di Alessandro Agostinelli, invece, quello che stupisce è esattamente l’opposto: Agostinelli può permettersi di affrontare e esplicitare il suo lungo flusso di pensiero perché, a monte della sua capacità di poeta, c’è una padronanza culturale che costituisce lo scheletro e la sostanza della scrittura. Quando dichiara di opporsi alla “corruzione della lingua” è evidente che il suo non è un discorso legato unicamente alla forma, ma che la forma stessa è un veicolo del significato e del peso delle parole; quando si muove da Leopardi a Seneca a Gozzano all’amato Brodskij è perché lo può fare, sa come collocare i riferimenti – che sono propri ma collettivi – in una visione d’assieme ampia e solida.

Francesco Tomada (Perigeion, 5 novembre 2023)
Francesco Tomada è poeta.