Fabio Michieli 2 su AA (2021)

La strenua fedeltà alla sua poetica, ossia l’ossessiva ricerca della e sulla parola che vada oltre la tradizione, alla quale comunque si guarda e si guarderà sempre […], si traduce in una forma di confessione che ci risparmia i troppi piagnistei che intasano e confondono da troppi anni la poesia italiana: «ogni scrittore è in viaggio/viaggia tra sé e per il mondo/e prova a venire a capo della storia./un’ambizione come quella dei condottieri/ma senza sottomettere nessuno.//noi che viaggiamo/ siamo autentici soltanto/quando percorriamo fino in fondo/il nostro essere civili con gli altri, e allora potrai volare un giorno/e per sempre./ ma nessuno sa del volo/e della responsabilità,/dell’infuturazione dello scribacchino» ci dice Agostinelli nella prima parte della poesia i canti […]. Ecco, «infuturazione dello scribacchino»: e l’attenzione cade sull’ambiguità espressa da “scribacchino” che se da un lato manifesta l’umiltà di chi ci parla ora, dall’altro ammonisce su un’intera schiera che si crede casta e che pretende di infuturarsi, verbo in cui risuona il monito dantesco pronunciato dall’avo Cacciaguida in quel passo (Par. XVIII, 98) in cui compare l’unica occorrenza del verbo parasintetico.

Fabio Michieli (poetarum silva, novembre 2021)
Fabio Michieli, italianista e poeta. Fondatore della rivista letteraria “poetarum silva”.

Paolo Ruffilli su AA (2021)

È una poesia in cui accade il miracolo di una coniugazione tra parti apparentemente inconciliabili, […] la cosa avviene, per così dire, dentro il macinino della mente insaziabile e attraverso graduali e successive sterzate dell’intelligenza dell’autore, che non escludono affatto il riscontro emozionale e più propriamente umano, insomma con il cuore e non solo con la testa. Anzi, per contrasto e in forza inversamente proporzionale, questa è una poesia che fa sprigionare dalle sue superfici geometriche un’ansia di partecipazione e di complicità rispetto al mondo e alle sorti degli uomini. Certo i canoni secondo cui la realtà si fa mito sono quelli di oggi, della nostra contemporaneità, e si legano prevalentemente alla contraddizione drammatica della vita nella coscienza frantumata delle nostre individualità (anche in presenza di sfumature ironiche, che in ogni caso trapuntano l’intero libro) […]
Del resto, la ricerca verbale della poesia di Agostinelli mira allo scavalcamento costante e progressivo dei risultati che via via raggiunge, ad impedire che i moduli espressivi si chiudano. Nello sforzo, intanto, che il mito raggiunga la sua verità oggettuale, e cioè quella facoltà di conoscere con visione diretta il reale, anche fatto a pezzi, perché ogni frammento è in sé un assoluto, contrapposto a ciò che è apparente e accidentale. E questa poesia come bilancio della vita realizza una radiografia profonda della condizione esistenziale, insieme come scavo nel se stesso frantumato e disperso e come rappresentazione oggettiva di una realtà in avanzato stato di decomposizione.

Paolo Ruffilli (Italian Poetry, 20 settembre 2021)
Paolo Ruffilli è poeta, scoperto da Montale. Fondatore del portale della poesia e dei poeti italiani.

Salvatore Ritrovato su AA (2021)

[…] la sua scrittura poetica si contamina con un universo pluridiscorsivo, amplificato oggi dalla galassia virtuale, anche se all’esposizione mediatica preferisce sempre il viaggio. È, questa, la quarta dimensione della sua scrittura (insieme alle altre tre: poesia, narrativa e saggistica), forse la più avvincente e seducente, dal momento che ci permette di osservare la sua opera in una prospettiva spazio-temporale inedita e, per quanto riguarda il panorama della poesia contemporanea, direi rara. Forse sono molti i poeti che viaggiano, ma pochi quelli che fanno del viaggio un “mestiere di vivere”. Tuttavia, chi si limitasse a un rapido riscontro tematico del viaggio nella poesia di Agostinelli resterebbe deluso: è più di un tema, è una dimensione.

Salvatore Ritrovato (Sulla poesia di Alessandro Agostinelli, 2021)
Salvatore Ritrovato è docente di Letteratura italiana all’Università di Urbino.

Fabio Michieli su AA (2020)

[…] Il tutto tenendo fede a uno stile personale, riconoscibile, e direi pure toscano, capace di ridere della tradizione senza irriderla. Il messaggio è chiaro ed è rivolto ai più giovani poeti, quelli che con orgoglio rivendicano una purezza e riconoscono le proprie radici in autori più lontani a loro e con sprezzo saltano i padri a loro più prossimi insieme a quelli della secolare tradizione. Una mancanza di radici che è ben evidente in buona parte dell’attuale offerta (più che proposta) in poesia. E non si tratta di una polemica gratuita, perché c’è una coscienza del dover continuare a lavorare sulla lingua in Agostinelli che segna il passo e pone una pietra miliare – mi si passi l’immagine – tra l’ora e il prima; quest’ora che conosce derive pop portatrici di un vuoto poetico assoluto, e che vorrebbero imporsi sul prima, appiattendo tutto su soluzioni semplificate prima ancora che semplicistiche, predigerite (come ho in altre occasioni affermato). Perciò ancora una volta Agostinelli riparte dalla lingua, questa volta affrontando alcuni cardini: Angiolieri, Cavalcanti, Petrarca, Ariosto, Alfieri, Foscolo, Leopardi e Gozzano. Otto nomi della tradizione in cui la forzatura della lingua è riconosciuta. Per ognuno Agostinelli propone un cambio di registro che è una sfida verso il lettore più che verso l’auctor(itas).

Fabio Michieli (poetarum silva, 14 ottobre 2020)
Fabio Michieli, italianista e poeta. Fondatore della rivista letteraria “poetarum silva”.

Alberto Casadei su AA (2009)

Se si dovesse tentare di definire il tratto fondamentale della poesia di Alessandro Agostinelli si potrebbe usare la parola ‘disponibilità’. […]
Da un confronto incessante con le potenzialità del Mondo nasce ancora la cifra più propriamente lirica della [sua poesia]. Non è certo il neo-ermetismo a interessare Agostinelli, bensì la liricità come via privilegiata di contatto, attraverso ricordi e impressioni che devono condurre […] a un netto riconoscimento della necessità di misurare se stessi e il Mondo per arrivare al “nervo e sapere”, che è in fondo il vero obiettivo di ogni percorso poetico integrale e non solo intellettuale.

Alberto Casadei (alleo.it, 3 ottobre 2009)
Alberto Casadei è italianista e scrittore, studioso di Dante e di poesia contemporanea. Autore  di romanzi e di manuali scolastici, ha pubblicato per i maggiori editori italiani.

Alessandro Canzian su AA (2008)

Una poetica decisa, matura, fondata su una solida preparazione intellettuale e su una necessaria consapevolezza umana del mondo e della vita. Un’espressione tutta tesa alla recitabilità come cifra comunicativa, di condivisione, tra l’autore ed il lettore. Versi che partono dall’io e si espandono attraverso la perizia poetica per giungere alla coscienza del lettore. Una consapevolezza intrinseca, anche, e solida, del fare poesia oltre ogni facile autoproclamazione. Un autore che non vuole impressionare né urlare né tantomeno impressionarsi o urlarsi attraverso la parola. Un poeta che pensa e porta con sicura delicatezza i propri pensieri al lettore. Rendendolo vicino a se stesso. Comunicando con equilibrio e trasparenza una nota umana che nel lettore/ascoltatore di questi versi suona come un diapason in accordo.

Alessandro Canzian (Fara Poesia, rivista online, 21 maggio 2008)
Alessandro Canzian è editore e poeta. Fondatore della casa editrice di poesia Samuele Editore e collaboratore di Pordenonelegge.

Leonardo Maisano su AA (2002)

Esce da tutti gli schemi, per nulla assimilabile a un giallo classico, il lavoro di Alessandro Agostinelli. La vita secca (Besa 2002) è uno spaccato  generazionale – di una generazione nuova – lontano mille miglia dal thriller scientifico, dagli stupri catalani e dalle miserie umane del carcere. Si sogna e si vive in California con spensierata pesantezza, senza morti né feriti, risolvendo la dimensione poliziesca nelle, un poco misteriose, avventure di due bottiglie supermagnum di bordeaux Cheval Blanc del 1933. Pezzi da museo che riuniscono le vite di Walter e David, amici ritrovati nella West Coast, nelle pieghe di una vita che scivola tra le pagine dell’Examiner, il quotidiano di San Francisco, e le dotte citazioni di uno strepitoso sommelier.
La vita secca, commenta lo scrittore Sandro Veronesi, “servirà agli inquieti per partire e ai nostalgici per tornare”.

Leonardo Maisano (Ventiquattro Supplemento a Il Sole 24 ore, 3 agosto 2002)
Leonardo Maisano è giornalista, corrispondente del Sole 24 Ore da Londra.

Roberto Carifi su AA (1998)

[…] Agostinelli è un poeta raffinato e profondo, capace di un disegno linguistico esatto e nitido, privo di ridondanze, dove le parole sono immediatamente pensieri che si fermano sul senso plurale e complesso del reale. […] Agostinelli sa che la parola poetica è un appello, chiama le cose affinché vengano al mondo nella libertà del loro essere, finalmente affrancate da qualunque “manipolazione strumentale”. Questa è la sfida della poesia, quella che Agostinelli definisce la sua “insolenza”. Ma la poesia è anche domanda, inseguire il senso del mondo senza la pretesa di possederlo una volta per tutte (forse Agostinelli è consapevole, come Wittgenstein, che “il senso del mondo” deve essere fuori di esso”).

Roberto Carifi (rivista Poesia, N° 122 – Novembre 1998)
Roberto Carifi è scrittore, poeta e critico. Ha pubblicato per Guanda, Crocetti, La Nave di Teseo.