La strenua fedeltà alla sua poetica, ossia l’ossessiva ricerca della e sulla parola che vada oltre la tradizione, alla quale comunque si guarda e si guarderà sempre […], si traduce in una forma di confessione che ci risparmia i troppi piagnistei che intasano e confondono da troppi anni la poesia italiana: «ogni scrittore è in viaggio/viaggia tra sé e per il mondo/e prova a venire a capo della storia./un’ambizione come quella dei condottieri/ma senza sottomettere nessuno.//noi che viaggiamo/ siamo autentici soltanto/quando percorriamo fino in fondo/il nostro essere civili con gli altri, e allora potrai volare un giorno/e per sempre./ ma nessuno sa del volo/e della responsabilità,/dell’infuturazione dello scribacchino» ci dice Agostinelli nella prima parte della poesia i canti […]. Ecco, «infuturazione dello scribacchino»: e l’attenzione cade sull’ambiguità espressa da “scribacchino” che se da un lato manifesta l’umiltà di chi ci parla ora, dall’altro ammonisce su un’intera schiera che si crede casta e che pretende di infuturarsi, verbo in cui risuona il monito dantesco pronunciato dall’avo Cacciaguida in quel passo (Par. XVIII, 98) in cui compare l’unica occorrenza del verbo parasintetico.
Fabio Michieli (poetarum silva, novembre 2021)
Fabio Michieli, italianista e poeta. Fondatore della rivista letteraria “poetarum silva”.